Dio guarda agli umili e, poiché ha scelto lui stesso di umiliarsi facendosi come noi, ha cercato la donna più umile della terra e la sceglie per madre. Una madre sempre in viaggio, dimorando in differenti e umili dimore: grotta, villaggio, isola di Patmos e in un rifugio nel deserto per fuggire da Erode.
Anche nell'Apocalisse Dio ha preparato un rifugio nel deserto per Maria, lei deve fuggire, è ricercata, perché è madre di colui che può sconfiggere il drago in qualsiasi momento.
Il drago è la metamorfosi sbagliata del potere politico, che da Erode in poi, ha fatto solo del male e danni all'umanità. Certamente ha creato sino ad oggi grandi e moderne città, ma anche campi di rifugiati: almeno, fossero i campi organizzati come Dio comanda, cioè, oasi di pace e non di guerra.
Possiamo capire un certo e cattivo potere politico dal modo in cui trattano i rifugiati: fanno loro quello che vorrebbero fare a tutti gli altri: rinchiuderli (se potessero farla franca) in un sistema rigido, asettico, pulito, ma controllato dalla polizia. Per che cosa poi?
Allora mi piace immaginare Maria, in agosto, rifugiata nel deserto arabo come fu Elia sotto una ginestra, con pane e acqua. Semplice vita. Da quel luogo solitario guarda gli skyline delle grandi città illuminati nel cuore della notte, Dubai, Singapore, New York, Las Vegas, eccetera, con i loro sistemi di aria condizionata che raffreddano gli hotel, i fari di auto elettriche che sfrecciano nelle strade, Il lusso insensato di una civiltà ricca e computerizzata. Sorride e ne percepisce la sua fragilità.
Tutto potrebbe spegnersi da un momento all'altro.
Il deserto è avaro di tutto, tranne che di spazio e di luce, sassi e sabbia, è un mondo più vicino alla verità. Senza ostacoli da lì si può baciare il cielo e la terra.
Mi ricorda quando domandai a un pescatore quanto distante era il cielo dal mare: venticinque centesimi rispose. Così poco? ribattei. È quello che ho in tasca oggi, dre! Bastante per un tozzo di pane e un bicchiere d'acqua.
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